Maria Teresa Casella akaTheresa Melville
scrittrice di romanzi storici, di thriller e di noir
Guardami di Theresa Melville
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Firenze, 1746. Dodici nobili giovinette stanno per lasciare l’educatorio religioso di Sant’Onofrio per cominciare una nuova vita. Tra loro c’è Gemma di Monfalco, prossima alle nozze con il marchese Rigamonti, matrimonio convenuto tra le due famiglie legate da sostanziosi affari. Ma il destino si mette di traverso. A Sant’Onofrio, durante la pubblica cerimonia del commiato, Gemma si esibisce in un assolo da soprano, e il barone Federigo Malaspina, amante della musica, resta incantato. Malgrado ciò, Federigo sfugge la ragazza, sembra perfino evitare di guardarla…
La prima versione di “Guardami”, racconto lungo storico, uscì nel volume antologico “Il falco e la rosa” edito nel 2012 da Mondadori, collana “I Romanzi”.
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Giorgia soffre di una grave forma di emicrania che le condiziona l’esistenza, ma non si arrende a rinunce e compromessi, cerca vie di fuga. Cerca le emozioni violente di cui scrive il neurologo Oliver Sacks: emozioni più forti del dolore che sconfiggono il dolore stesso. La donna fa esperienza del fenomeno, scopre che funziona. Quell’idea diventa un’ossessione che la porta su una brutta china, fino alla casa in cui viene trovata incosciente non lontana dal cadavere di un uomo assassinato. Sospettata di omicidio, Giorgia è al centro delle indagini di Marcello Lazzari, vicequestore aggiunto della Squadra Mobile di Roma.
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Marta Torrese scopre a ventitré anni di essere stata adottata. Dopo anni di disagio esistenziale del quale incolpa la famiglia adottiva, si allontana da casa. La sua vita prende una pericolosa china. Sola e senza un soldo, Marta si trova a vivere per strada. In circostanze drammatiche conosce Zaclina, una giovane zingara e, ormai allo stremo, la segue nel suo campo rom. Rimane per sette mesi nel campo con il clan di Zaclina, offrendo in cambio di protezione la sua esperienza di studentessa in medicina al quarto anno. Inizia così il processo di ricostruzione interiore di Marta, che vive una sorta di rinascita: lei cura gli zingari, gli zingari curano lei. Il divario socioculturale resta però incolmabile. Pur col sostegno di una dottoressa di Pronto Soccorso e di un operatore social, Marta non riesce a far fronte alle esigenze dei più bisognosi del campo. Ruba al capo-clan il denaro per procurarsi farmaci, ma viene scoperta e sottoposta a un feroce pestaggio. Sopravvive grazie all’intervento di un rom del campo, un uomo speciale per lei, che la riporta a casa. Marta non resta però a lungo in famiglia. Trova lavoro e affitta un monolocale dove riprende a studiare per la laurea. Il pensiero di Zaclina non la lascia mai. Sapendo che il campo rom sta per essere sgomberato, va in cerca dell'amica.